Nella stessa piazza


I.
Giovanni Reggini aveva compiuto trent'anni da alcuni mesi, non studiava più da anni e ancora non aveva un lavoro. Dopo il diploma aveva frequentato per qualche anno l'università con scarso profitto, poi era partito per il servizio di leva obbligatorio, e quindi aveva ricominciato a studiare, ma svogliatamente. Dopo due anni non si era più iscritto alla facoltà universitaria che aveva ricominciato a frequentare. Oltre a partecipare a vari concorsi, aveva inoltrato alcune domande di lavoro, riuscendo soltanto ad ottenere un impiego stagionale presso le Poste Italiane. Viveva coi suoi genitori, ed economicamente dipendeva totalmente da loro. Anche la sua vita sentimentale era stata disastrosa: aveva avuto due relazioni, entrambe finite male. Negli ultimi tempi Giovanni si era chiuso in se stesso, e passava le giornate in casa, a guardare la TV. Però, proprio grazie al piccolo schermo, era nata in lui la passione per il cinema. I suoi, per incoraggiarlo e tirarlo un po' su, non esitarono a comperargli un videoregistratore, che gli dava la possibilità di registrare i film trasmessi dalla TV in orari particolari (in piena notte o la mattina presto) e, se avesse voluto, di acquistare delle videocassette. Grazie a questo elettrodomestico, Giovanni si riprese un po' dal brutto momento che stava attraversando. Si immerse anima e cuore nella sua passione, e cominciò a collezionare videocassette. In breve tempo, tra quelle registrate in casa e quelle comperate, se ne ritrovò alcune centinaia; la madre era quasi disperata, perché se è vero che era stata lei a dargli l'idea, non avrebbe mai pensato che Giovanni avrebbe preso il suggerimento così alla lettera, e che si sarebbe trovata la casa invasa totalmente dalle videocassette del figlio. Anche il papà era meravigliato e infastidito dal fatto che Giovanni avesse abbracciato il suo hobby in modo così maniacale. Ma alla fine, entrambi, continuarono ad assecondare il figlio, che ora trovava giovamento solamente registrando, acquistando e guardando i suoi film preferiti; se tutto ciò lo rendeva felice o, meglio, meno triste, loro certamente non potevano fermarlo.
Giovanni amava il cosiddetto cinema d'essai; la passione gli era nata guardando alcuni film del neorealismo italiano, poi altri della novelle vague francese, e altri ancora di famosi registi statunitensi, tedeschi e australiani. Il periodo temporale che ricercava ed amava di più era quello compreso tra il 1950 ed il 1990. Tra i suoi registi preferiti c'erano Vittorio De Sica, Ermanno Olmi, François Truffaut,Stanley Kubrick, Werner Herzog e Peter Weir. Tra gli attori aveva un'ammirazione spropositata per Gian Maria Volonté, per la capacità straordinaria d'interpretare i suoi personaggi e per la scelta esclusiva di apparire in film che fossero estremamente impegnati; non di meno, Giovanni aveva anche simpatizzato per le idee politiche dell'attore, e quindi, negli anni in cui erano previste delle elezioni, non esitava a votare per la sinistra.

II.
In un pomeriggio autunnale non troppo rigido, Giovanni si trovava in una grande libreria del centro della sua città, ovviamente si era subito indirizzato verso il reparto delle videocassette, e ne aveva appena individuato una che stava cercando da parecchio tempo; era quella del film La Marchesa von... di Eric Rohmer, e appena la vide non indugiò ad afferrarla, pronto a comprarla con qualche altra che ancora stava scegliendo. Proprio in quel momento, Giovanni sentì una voce femminile che disse: "Mannaggia... la stavo cercando anch'io!"
Si voltò e vide una ragazza mora, dal volto piuttosto delicato, che gli si rivolse una seconda volta sorridendo leggermente e dicendo: "La cercavo da tempo, non ho fatto in tempo a vederla..." 
E allora Giovanni, che era sempre stato generoso, in particolare con le fanciulle, non esitò a tendere la videocassetta a quella ragazza dicendogli: "Tieni, io non ci tengo poi molto, sicuramente la ritroverò". 
La ragazza allora disse: "Ma davvero? Non ti preoccupare, se vuoi tenerla, tienila pure..."
E Giovanni: "No no, te la lascio".
"Grazie mille" aggiunse la ragazza sorridendo, quindi la prese, e si allontanò.
Giovanni rimase ancora a cercare qualche altro film in quel reparto, pensando allo strano incontro che gli era appena capitato di fare. Pensava anche che quella ragazza non era affatto brutta, e si chiedeva se fosse realmente così interessata alla videocassetta, o se invece era tutta una scusa per poter parlare con lui.
"Mah!" pensò tra sé e sé, "Vai a capirle, le donne..." e così, scelto un altro film meno interessante di quello a cui aveva rinunciato, si avviò verso la cassa per pagare la videocassetta.
A proposito della ragazza, c'è da aggiungere che si chiamava Paola Faglia, che viveva in città e che, anche lei, era appassionata di cinema "impegnato"; in particolare amava i film francesi, a partire da quelli degli anni '30 del XX secolo, fino agli ultimi, usciti da poco nelle sale cinematografiche. Quindi anche Paola collezionava videocassette, sebbene non in modo maniacale come Giovanni, limitandosi a far compere soltanto nei casi in cui fosse innamorata di un certo film; sì, perché Paola provava un vero e proprio amore nei confronti di certe pellicole, e riguardandole, era facile che si emozionasse a tal punto da piangere copiose lacrime. I due tornarono nelle loro case, o meglio, in quelle dei loro genitori, ma non smisero, in certi momenti, di pensare al loro strano incontro. Non pensavano comunque che si sarebbero rivisti dopo poco tempo.

III.
Paola due giorni dopo compiva ventinove anni, e festeggiò l'evento invitando nella sua casa le amiche del cuore. Cinque ragazze si riunirono, quindi, in un pomeriggio di fine ottobre, all'interno del villino della famiglia Faglia; con loro, nell'ampio salone quel giorno c'era una torta, quattro regali e tanta voglia di stare insieme e di divertirsi un po'. Verso le otto di sera, Paola salutò le amiche sull'uscio del portone di casa, e rientrò per dire ai genitori che quella sera non avrebbe cenato perché aveva già mangiato abbastanza. Il giorno dopo la giovane sarebbe tornata a seguire un corso universitario nella sua facoltà; era ancora iscritta a Giurisprudenza, pur essendo rimasta indietro con gli esami; studiava ancora ma svogliatamente, e quando gli capitava, non perdeva l'opportunità di svolgere qualche lavoro, seppure temporaneo e poco remunerato. Paola aveva alle spalle tre relazioni; la più importante era stata l'ultima, protrattasi per quattro anni, e finita da circa sei mesi. Si era ripresa da poco dalla cocente delusione, dovuta al fatto di aver scoperto che il suo ragazzo la tradiva. Si era ripromessa, da quel momento, di non lasciarsi più andare all'amore; non intendeva per questo rinunciare ad avere altre storie in futuro, ma voleva semplicemente rimanere più distaccata e disincantata nel caso in cui una nuova relazione fosse nata. Ora i suoi sentimenti più forti li aveva riversati nella politica, e anche lei, come Giovanni, aveva abbracciato gli ideali della sinistra; determinante, per la sua decisione, era stata l'ascesa nel mondo della politica di un uomo particolarmente ricco, che poi era divenuto il simbolo della destra. Quest'uomo aveva stravinto le ultime elezioni, e governava la nazione. Paola odiava questo leader, a causa di una serie di comportamenti, atteggiamenti e idee che gli appartenevano e lo avevano reso ammirabile a una gran parte del popolo italiano, e che, invece, la ragazza detestava. Non erano rare le occasioni in cui Paola si recava in qualche piazza della città, dove si tenevano delle manifestazioni pubbliche contro il governo; era facile vederla urlare e scandire slogan di protesta, proprio lei che, al di fuori di quel particolare contesto, era la persona più tranquilla del mondo. Ma in quei momenti si trasformava, diveniva rabbiosa e sfogava il suo malcontento gridando o, magari, cantando celebri canzoni della sinistra, come Bella ciao. Chissà se dietro questo umore ci fosse anche il fatto che l'ex fidanzato era un fan del partito di destra che governava in quel momento; probabilmente no, perché anche nel periodo in cui Paola era impegnata con lui, non volle mai condividere la passione politica del ragazzo, non trovando evidentemente alcuna comunanza con i progetti e le idee politiche di quella fazione.
Giovanni, al contrario di Paola non partecipava mai a manifestazioni, cortei o cose simili, limitandosi ad esprimere le sue idee politiche col voto, o, al massimo, parlandone con qualcuno dei suoi amici. D'altronde, la politica non era mai stata la centro dei suoi interessi, e se è vero che la seguiva, lo faceva in modo distaccato, cercando di non farsi coinvolgere troppo.  

IV.
Ai primi di novembre fu indetta una nuova manifestazione contro il governo in carica, con i partiti di sinistra in prima fila ovviamente. Si manifestava per le decisioni di un governo che, a detta dell'opposizione, faceva delle scelte che non rispecchiavano gli interessi dei cittadini, ma quelli di una persona, ovvero del presidente del consiglio in carica. Tale manifestazione si sarebbe svolta di sabato, al centro di Roma, e sarebbe durata quasi per l'intera giornata. Paola, nemmeno a dirlo, vi andò, e già di prima mattina fu lì, in una famosa piazza della capitale, insieme a qualche amica e un po' di conoscenti. Era un mattino grigio, abbastanza rigido, tipico della stagione autunnale. Nel primo pomeriggio, anche Giovanni partì dalla sua casa per recarsi al centro di Roma. Lui andava, nemmeno a dirlo, per comperare altre videocassette da aggiungere alla sua già ben nutrita collezione. Era ormai divenuta un'abitudine per lui fare queste sortite in città, e, quando era già passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui vi si era recato, sentiva quasi l'urgenza di ritornarci. Così, quel sabato decise di partire, senza essersi informato della manifestazione che, guarda caso, aveva luogo proprio in una piazza dove lui spesso andava, perché ivi si trovava un negozio tra i più riforniti di videocassette. Quando giunse nelle vicinanze della piazza, si accorse che c'era qualcosa di anomalo: troppa gente s'incontrava da quelle parti, che in altre giornate non aveva mai visto così numerosa. Un po' scocciato, proseguì il suo cammino verso il negozio, fino a quando fu a due passi da Paola. Lei lo guardò e lo riconobbe, poi, dopo pochi secondi, anche Giovanni pose il suo sguardo sul volto di Paola, trovandola molto più bella di come se la ricordava ai tempi del primo incontro. Quasi senza indugiare, si avvicinò alla ragazza e gli disse:
"Ciao, ti ricordi di me?"
E lei rispose: "Certo che mi ricordo, quel giorno mi hai fatto una cortesia che non posso dimenticare!"
E lui: "Ma no, non ho fatto nulla, grazie comunque... L'hai visto poi il film?"
"Sì, naturalmente, un bel film".
Per pochi secondi nessuno dei due parlò, poi Paola ricominciò a parlare e disse:
"Sono qui per la manifestazione che sta per iniziare".
"Ah" rispose Giovanni "Io non ne sapevo nulla..."
Di nuovo fu silenzio, ma i due continuavano a guardarsi e a sorridersi, sebbene fosse evidente l'impaccio che li opprimeva. Poi Giovanni disse:
"Beh... io ti saluto, mi ha fatto veramente piacere incontrarti..."
Allora Paola, temendo che Giovanni se ne andasse e non avesse più alcun modo per rivederlo, gli chiese un'altra cortesia e disse:
"Senti, se ti va, fra poco comincia la manifestazione, ci sono delle persone in gamba che diranno cose importanti che ci riguardano. Puoi rimanere un po' qui? Dopo, se vuoi, possiamo andare a prendere qualcosa da bere o da mangiare... Che ne dici?"
Giovanni, abbastanza spiazzato dalla richiesta di Paola, rispose: "Mah... io veramente ero venuto per andare in un negozio qua vicino... però, se non faccio troppo tardi, posso fermarmi per un'oretta al massimo".
Paola fu entusiasta della risposta di Giovanni, e cominciò a pensare al modo in cui lo avrebbe convinto a rimanere più a lungo con lei. Poi cominciarono a parlare, in attesa dell'inizio della manifestazione, toccando vari argomenti tra cui il cinema, la letteratura e, dulcis in fundo, la politica. Paola capì che il pensiero politico di Giovanni non era poi così lontano dal suo, pur essendo il ragazzo meno infervorato di lei. La cosa che diede decisamente fastidio a Paola, fu una sorta di apatia e di pessimismo che emergeva dai discorsi di Giovanni; lei era su tutt'altro versante: sempre pronta a sperare in qualcosa di meglio e ad agire con forza per migliorare la propria vita e quella degli altri. Poi, ad un certo punto, ebbe inizio l'evento per cui tanta gente si trovava in quella piazza, e i due tacquero.

V.
Quel fatidico giorno in cui si svolse una manifestazione contro il governo italiano allora in carica, nacque un amore: Giovanni e Paola, infatti, cominciarono, proprio da allora, a frequentarsi sempre più assiduamente. Durante i loro incontri, che avvenivano quasi sempre all'interno della città eterna, i due giovani si guardavano, si piacevano sempre di più e s'intendevano anche, un po' su tutti gli argomenti. Dopo pochi mesi si fidanzarono, e per loro iniziò un periodo particolarmente felice. Paola ebbe la netta impressione di aver trovato, questa volta, il ragazzo "giusto", perché buono, onesto e sincero; riscontrava, è vero, qualche difetto, soprattutto nel suo carattere e nella sua scarsa loquacità, ma, tutto sommato, riteneva ciò poco importante. Quanto a Giovanni, praticamente si sentiva al settimo cielo, e spesso si chiedeva se stesse vivendo in un sogno, o se fosse vero questo amore che mai aveva provato in precedenza, per nessuna ragazza che aveva conosciuto. I genitori di Paola, una volta conosciuto Giovanni, si congratularono con la figlia, pur avvertendola che quel caro ragazzo, continuando a non fare nulla, avrebbe corso il serio rischio di rimanere senza un lavoro, e che quindi non sarebbe certo stato un "buon partito", ovvero un uomo da sposare. I genitori di Giovanni erano assai più felici ed entusiasti della relazione che stava vivendo il figlio, e, dopo aver incontrato Paola, gli fecero i complimenti affermando che si trattava di una ragazza meravigliosa; inoltre, gli dissero che ogni qual volta lui avesse voluto invitarla a pranzo o a cena, non ci sarebbe stato alcun problema. Ciò che si prova all'inizio di un amore vero e intenso, lo sa bene chi l'ha provato: è come vivere in un mondo fuori dal mondo e la felicità che provano gl i innamorati, non è assolutamente descrivibile. Il problema è - e anche qui non c'è nulla di nuovo - quanto possa durare questo viaggio nel paradiso terrestre. In questo caso, la durata non raggiunse nemmeno l'anno.

VI.
Fu verso la fine dell'estate, dopo una non troppo serena settimana di villeggiatura al mare, che i due fidanzati cominciarono ad avere le prime incomprensioni e i primi screzi. Per Paola, quel carattere di Giovanni, che inizialmente già gli appariva brutto, divenne orrendo. Lei intendeva sposare Giovanni, su questo non aveva dubbi, ma nello stesso tempo voleva eliminare in lui tutti quei difetti che gli impedivano, a volte, di agire e perfino di vivere; per tale motivo non esitava, quasi ogni giorno, a rimproverarlo o ad ammonirlo per questo o quel comportamento che riteneva errato: lui non accettava - e a volte nemmeno ascoltava - i consigli della fidanzata, e a lei non andava giù, perché quei consigli, almeno a parer suo, erano del tutto giusti, ed erano anche necessari affinché Giovanni potesse cambiare, annullare i difetti che lo bloccavano, e migliorare il suo stile di vita come quello di lei, che si sentiva penalizzata dalle barriere mentali del fidanzato. Ma Giovanni vedeva negli insistenti rimproveri e negli assillanti consigli di Paola, una sorta di imposizione sulla sua personalità: una voglia di sopraffarlo insomma, e di farlo diventare un'altra persona. Giovanni, da questo lato del suo pensiero, era irremovibile: certe cose non le aveva mai fatte e non intendeva neppure farle per amore di Paola, che avrebbe anche lui sposato, proprio così com'era, senza cambiarla minimamente (e spesso, anzi molto spesso, Giovani glielo faceva presente). Dopo un anno dal fidanzamento, i due ragazzi erano già ai ferri corti, e i litigi erano ormai all'ordine del giorno. La loro relazione si trascinò ancora fino alla fine dell'anno. Trascorsero il Capodanno insieme, parlandosi poco o nulla, poi si salutarono come sempre, ma entrambi sapevano già che non si sarebbero più cercati. I più rammaricati di tale, triste situazione, furono, oltre ai due diretti interessati, i genitori; per giorni e giorni cercarono di spronare i rispettivi figli affinché provassero di nuovo a venirsi incontro, affinché facessero il primo passo per una riappacificazione, ma fu tutto inutile: i due, pur soffrendo e piangendo spesso, non fecero nulla per rimettersi insieme, e, magari, provare a comprendersi maggiormente. Paola aveva già provato sensazioni del genere, ed affrontò quel momento duro con più coraggio. Giovanni, invece, che non aveva mai vissuto un amore così intenso, sprofondò in un periodo lungo di depressione, che fece preoccupare non poco i suoi cari per la sua salute futura. Ne uscì dopo quasi un anno, riabbracciando con entusiasmo nuovo la vecchia passione del cinema, che, sotto sotto, non era mai morta dentro di lui.

VII.
Passarono anni e anni, e i due, grazie a Dio, imboccarono le loro strade, diverse sì, ma in un certo qual modo soddisfacenti. Trovarono un lavoro (anche se Paola, prima di quello definitivo, ne cambiò ben tre); si innamorarono di nuovo e si sposarono entrambi; ebbero dei figli e vissero, senza incontrarsi mai, nella stessa città che li vide innamorarsi l'uno dell'altra. Dico, senza mai incontrarsi fino ad un nuovo, fatidico giorno, che non è molto lontano dal presente. Era, forse da appena un mese, nato un movimento politico; i componenti di tale movimento, si facevano chiamare "sardine". Tutto era cominciato in alcune città dell'Emilia Romagna, a ridosso delle elezioni regionali, che rischiavano di vedere il trionfo di un partito politico di destra, il cui leader si era dimostrato particolarmente aggressivo, tanto da far temere per la sopravvivenza della democrazia nell'intera nazione. Così si erano formati dei gruppi spontanei, i cui componenti erano per lo più giovani, che intendevano opporsi a questo modo di far politica, in nome di ideali più umani e solidali, che si rifacevano, insomma, a quelli della sinistra. Le sardine, da lì a poco, aumentarono di numero in modo esorbitante, e coinvolsero anche altre regioni, inducendo alla partecipazione parecchie persone di diversa età e stato sociale, attratte da questo nuovo movimento e, nello stesso tempo, deluse dai comportamenti di certi politici che avrebbero dovuto rappresentarli. Un giorno, le sardine decisero di riunirsi nella capitale italiana e di fare una manifestazione proprio lì, in una piazza del centro storico. Ebbene, sia un figlio di Paola che una figlia di Giovanni, in età adolescenziale, espressero la volontà di parteciparvi, dimostrando la loro vicinanza a questo movimento nuovo e pieno di belle speranze. I due genitori furono d'accordissimo, anzi, si offrirono di accompagnare i rispettivi figli, perché anche loro si sentivano assai vicini alle rivendicazioni e alle battaglie delle sardine. Quando arrivò il giorno della manifestazione: un pomeriggio di sabato, in pieno inverno, in cui splendeva un sole eccezionale, Paola e figlio, così come Giovanni e figlia, si recarono nella piazza che era stata scelta, per partecipare all'evento. Dopo tanti e tanti anni, i due ex innamorati si ritrovavano nella stessa piazza in cui nacque uno dei periodi più belli della loro esistenza. Entrambi, inevitabilmente, mentre si avvicinavano a quel luogo, pensavano a quel giorno così lontano ormai, e dentro di loro nascevano emozioni mai più provate; nel punto più nascosto del loro inconscio, pur sapendo che nulla avrebbe ormai cambiato la loro vita, Giovanni e Paola speravano di incontrarsi di nuovo. Ma c'era il serio rischio che non si sarebbero riconosciuti, perché troppo tempo era trascorso e i loro volti erano mutati, abbastanza peggiorati purtroppo. Fatto sta che entrambi, in mezzo a quella folla immensa, più che ascoltare le parole di coloro che si susseguivano sul palco, si guardavano intorno per cercare un volto conosciuto. Però, pensavano in quel mentre, a quanto si sentissero a loro agio in quel luogo, tra quella gente così cordiale, pacifica, che non urlava, non insultava nessuno, e che sperava solo in un futuro migliore per sé e per i propri cari: un mondo totalmente diverso da quello che, ahimè, sembra sempre più profilarsi all'orizzonte. Come sappiamo tutti, infatti, esiste un'altra parte della popolazione, in Italia come in altre nazioni europee e mondaili, che la pensa in modo decisamente opposto; è la parte più rancorosa, per non dire rabbiosa, che troppo spesso si dimostra razzista e xenofoba, che vorrebbe chiudere i confini e armarsi fino ai denti. Ma, tornando all'incontro dei due protagonisti di questa storia, c'è da dire che avvenne improvvisamente: i due, che erano a pochi passi di distanza, si guardarono negli occhi e, malgrado i segni del tempo trascorso, riuscirono a riconoscersi. Abbozzarono entrambi un sorriso, poi fu Paola ad avvicinarsi a Giovanni e a salutarlo. Seguirono parole scontate, di circostanza, e quindi ciascuno presentò all'altro il proprio figlio. In quei brevi istanti, parve ad entrambi di innamorarsi di nuovo; forse in quel preciso momento capirono che quel loro amore ormai lontano, aveva rappresentato per entrambi il punto massimo di felicità, anche se, come avviene di frequente in questi casi, quel volo magnifico ed estasiante che aveva coinvolto i due ragazzi di allora, si era rivelato breve e deludente. Ora, per quei pochi minuti che rimasero lì, a parlare e a guardarsi, l'incanto si era ricreato; l'illusione però, durò ben poco, e dopo poche altre parole e complimenti di rito, Paola e Giovanni si separarono di nuovo. Allontanandosi, entrambi stentarono a trattenere dai loro occhi le lacrime, poiché davanti ai loro figli non volevano assolutamente piangere; fossero stati da soli, sicuramente si sarebbero lasciati andare ad un pianto dirotto. Poi, alla voglia di piangere subentrò una straziante malinconia, ed un doloroso rimpianto per il periodo in cui avevano vissuto insieme. Ma, grazie a Dio, il tempo attenua ogni dolore, e i due sono tornati alla loro vita famigliare senza pensarci più. Ad oggi non si sono più incontrati, ma chissà...

Commenti

Post più popolari